Community
 
Aggiungi lista preferiti Aggiungi lista nera Invia ad un amico
------------------
Crea
Profilo
Blog
Video
Sito
Foto
Amici
   
 
 

Recensione da "Il Foglio" del 28 agosto 2001

Guido Rumici

FRATELLI D’ISTRIA

214 pp. Mursia, Lire 26.000

La copertina è tutto un programma, con una sfilza di piccoli “pionieri allineati, per etnia, davanti alla bandiera italiana e jugoslava”. Entrambi i vessilli hanno una grande stella rossa in mezzo, come si usava ai tempi del Maresciallo Josip Broz Tito. Tempi dimenticati, come il destino degli italiani, che scelgono di vivere in Istria e a Fiume sotto il regime titino. Colma la lacuna il “Fratelli d'Istria”, nel quale si descrive con minuzia di particolari, foto e documenti la sorte, spessissimo del tutto ingrata, della minoranza italiana in Jugoslavia, dalla fine della Seconda guerra mondiale ai giorni nostri. L'autore, Guido Rumici, un goriziano insegnante di economia e ricercatore di storia del Friuli Venezia Giulia, prende le mosse dall'esodo di oltre trecentomila italiani, che preferirono abbandonare le loro terre anziché vivere sotto il nuovo Stato comunista. Le cifre della fuga sono impressionanti: 54 mila profughi su 60 mila abitanti di Fiume, 8 mila su 10 mila per Rovigno, 14 mila su 15 mila a Capodistria e così via. Un caso a sé è rappresentato dall'esodo alla rovescia di 2 o 3 mila monfalconesi e di un piccolo nucleo di comunisti provenienti da altre zone dello stivale alla ricerca del paradiso socialista. Scelta azzardata, dato anche la tensione crescente fra i due paesi per la definizione dei confini.
Rumici racconta come “il Gruppo etnico italiano” fosse considerato “traditore sia dall'Italia..., sia dal regime di Tito”.
Inoltre agli occhi delle autorità titine sono troppi numerosi gli elementi che hanno “deviato” dalla linea ufficiale del partito comunista jugoslavo. Gli esempi di patetica dimostrazione di fedeltà a Belgrado dei rappresentanti degli italiani peraltro non si contano. Eppure serviranno davvero poco a evitare purghe, sempre durissime anche prima del 1948. L'anno fatidico in cui il Maresciallo rompe clamorosamente con Mosca. Molti comunisti di nazionalità italiana o persino semplici borghesi (è il caso di quelli che si rifiutano di spiare i colleghi di lavoro della minoranza per conto dell'Udba, la temibile polizia segreta) finiscono fra i deportati di Goli Otok: la famosa “isola calva” che fronteggia la costa dalmata.
La testimonianza scritta di uno dei prigionieri, riportata in appendice al libro, ne descrive il clima, che non è fuori luogo definire allucinante. Racconto: “Nel campo lavori c'era un settore riservato ai superpentiti; questi dovevano, da mattina a sera, rompere pietre battendo le une contro le altre fino a farne ghiaia. Avevano tutti le mani insanguinate in modo orrendo”. Alla sera sono previsti i corsi di “rieducazione politica”, a suon di botte, e se qualcuno cede per stenti viene fatto sparire una volta per tutte.
Ma anche la repressione nel corso degli anni cambia faccia. Si fa subdola, ad esempio, quando si cerca di slavizzare la minoranza italiana chiudendone le scuole. Ancora nel 1973, Denis Visintin (oggi insegnante nella scuola media italiana superiore di Buie, nel centro dell'Istria), viene definito “malato mentale”, perché da scolaro non ha superato un test in croato, lingua che, peraltro, non conosce. La crisi economica del sistema autogestito, inventato da Maresciallo, rende poi, se possibile, più penosa l'esistenza dei rimasti.
La svolta coincide col crollo del regime e la disgregazione della vecchia federazione. Nonostante le molte guerre e la divisione della regione attraverso l'improbabile confine sul fiume Dragogna, che separa Slovenia e Croazia, nella area è nata la Dieta democratica, un movimento regionalista che ha rivalutato la presenza italiana. Per il suo futuro l'Istria, spiega l'autore, dovrà puntare a trasformarsi in un'Euroregione. In questo modo “quell'unicum” di convivenza culturale e civile sviluppatosi “per secoli” potrebbe “tornare di casa nella penisola istriana”.

Torna alla pagina precedente
Torna alla pagina precedente